Sono stati e continuano ad essere l’oggetto del desiderio di ogni studente. Disprezzati dai professori, sono sempre stati un prezioso salvagente nei momenti più difficili. Parliamo dei Bignami, i libretti marroncini che riassumono in forma piana le nozioni basilari di una determinata disciplina. Chiunque abbia frequentato una scuola italiana dal 1931 in poi sa cosa sono e oggi, nonostante Google e i telefonini, esistono ancora e non se la passano niente male. Allora, perché non dedicare un Bignami anche al vino? Ci ha pensato Emanuele Fioretti, che ha appena pubblicato “Il BignaVino”, l’approccio tascabile al vino (edito da Lom- bardo, Milazzo-ME). Prendendo spunto dal mitico Bignami, ha voluto sintetizzare in 58 pagine, sotto forma di pillole illustrative, le nozioni base per approcciarsi al mondo della bevanda più famosa della storia.

Nato a Firenze, Emanuele deve la sua passione per il vino a Giorgio Pinchiorri, patron della pluristellata Enoteca Pinchiorri. Inizia a studiarlo, supera brillantemente i tre livelli di sommelier e dopo varie esperienze nel settore, apre il locale “BirBacco”. Dopo cinque anni, un breve soggiorno a New York, e quindi Roma, nell’alta ristorazione e locali di nicchia, tra cui la Salumeria Roscioli, uno dei templi dell’enogastronomia italiana. Chiamato per una cosulenza in Sicilia, decide di rimanervi, lavorando per numerose aziende vitivinicole sull’Etna.

Intanto prende forma, insieme anche alla moglie Erika, insegnante di Yoga, il progetto Argo Salotto Olistico, una fusione tra lo Yoga ed il Vino, all’inizio itinerante, poi strutturato in una bella loction di Milazzo. Per Emanuele, professionista esperto, il vino però è soprattutto cultura, convivialità, spen- sieratezza e continua ricerca del buono. È convinto che la passione per il vino non debba essere priviliegio solo di chi in questo mondo vive e lavora. E se probabilmente è innata e difficilmente può essere insegnata, di sicuro può essere stimolata e provocata.

Il libro si pone questo obiettivo, intoducendo il lettore, anche il più inesperto, alle nozioni base: dalla coltura della vite e al suo ciclo vegetativo, alle tecniche di vinificazione; passando per la descrizione dei vini bianchi, rosati, rossi, speciali, come gli spumanti, i passiti, i muffati, le vendemmie tardine, i biologici; per arrivare alla classificazione dei vini, con le loro denominazioni d’origine, fino all’etichettatura. Brevi capitoli sono dedicati alle bottiglie, con le loro diverse forme, ai tappi e ai bicchieri. L’ultima parte del volumetto è riservata alla degustazione, l’unico sistema di valutazione qualitativa di un vino, sia tecnica, sia professionale.

Essenziale per l’enologo e il sommelier, importante anche per il consumatore finale. Un gesto che coinvolge e stimola tutti e cinque i sensi, alcuni passionali come il tatto e l’udito, altri fondamentali, come la vista, l’olfatto e il gusto. Operazione strettamente connessa a quella altrettanto importante dell’abbinamento cibo-vino. Una prosa agile e divertente conduce il lettore attraverso argomenti non sempre facili, comunicando la passione di Emanuele per il vino, ma anche il rispetto per questo prodotto. “All’interno di un calice – conclude – non ci sono solo 125 centilitri di vino: c’è un anno, minimo, di lavoro di molte persone, ci sono le difficoltà di un territorio o di un stagione andata male, ci sono lo stile e le idee di chi quel vino lo produce”.

Gabriella Bechi

fonte: Mondo Agricolo